I mercati immobiliari globali sono in ripresa. Nonostante gli alti tassi di interesse, quelli negli Stati Uniti, in Australia e in alcuni Paesi europei stanno mostrando una rinvigorimento.
Ad aprile, l’indice dei prezzi immobiliari globali, esclusa la Cina, è aumentato di oltre il 3% su base annua. I prezzi delle case negli Stati Uniti sono cresciuti del 6,5% rispetto all’anno precedente, in Australia del 5% e in Portogallo sono ai massimi storici.
Dopo un periodo difficile segnato dall’inflazione, i prezzi delle case in Canada, Germania e Nuova Zelanda sono scesi del 20%, ma hanno iniziato a risalire. In generale, i prezzi globali delle case sono diminuiti solo del 6% rispetto al loro picco, collocandosi in linea con la tendenza pre-pandemia.
Negli Stati Uniti, la percentuale di mutui in default è al minimo storico (1,7%), mentre in Nuova Zelanda e nella zona euro la situazione è altrettanto favorevole. L’uso crescente di mutui a tasso fisso ha protetto i proprietari dai tassi più alti, riducendo le svendite e mantenendo i prezzi stabili.
Oltre ai mutui a tasso fisso, altri tre fattori spiegano la ripresa dei prezzi: l’immigrazione, i sacrifici dei titolari di mutui e la forza dell’economia. L’immigrazione nelle principali economie è aumentata del 4% annuo, contribuendo alla domanda di case. Le famiglie stanno affrontando l’aumento dei costi dei mutui tagliando altre spese e utilizzando risparmi accumulati.
Mercati Immobiliari globali in ripresa: ripresa economica e crescita salariale
Infine, l’economia attuale sta migliorando. I salari medi nei Paesi sviluppati sono aumentati del 15% dal 2021, mentre la disoccupazione è vicina ai minimi storici. Nonostante i mutui più alti, la maggior parte delle persone può permetterseli, grazie ai maggiori guadagni e interessi attivi sui risparmi.
Pertanto, non sorprenderà vedere i prezzi delle case continuare a salire. Alcune banche centrali hanno già iniziato a tagliare i tassi di interesse mentre l’inflazione diminuisce. La Federal Reserve americana farà lo stesso entro la fine dell’anno. Nel mondo sviluppato, la crescita salariale rimane abbastanza buona. Il calo dell’inflazione darà ai titolari di mutui ulteriore respiro. E qualsiasi aumento della domanda di alloggi si scontrerà con un’offerta limitata.